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Il 20 luglio del 1936, durante la guerra civile spagnola, circa sessanta uomini della milizia irruppero, armati, nel seminario clarettiano di Barbastro. Catturarono e incarcerarono tutta la comunità missionaria e senza processo la condannarono a morte per il solo motivo che i suoi membri erano religiosi. Ai Clarettiani, formatori e seminaristi, fu proposta la libertà in cambio della rinuncia alla fede. Tutti preferirono rimanere fedeli anche se sapevano che per questa scelta avrebbero perso la vita. Furono rinchiusi in un locale e per molti giorni sopportarono pazientemente ingiurie, maltrattamenti, privazioni, il caldo e la sete, tentazioni e proposte. Furono un corpo solo e questo li sorresse. Insieme vissero come dono l'offerta del martirio. Insieme si prepararono alla morte pregando incessantemente; ricevettero con fervore la Comunione e la Riconciliazione. Trascorsero i giorni incoraggiandosi mutuamente nella fiducia verso Dio. Perdonarono, come Gesù, i carnefici e pregarono per loro. Baciarono le corde inzuppate del sangue di coloro che li avevano preceduti nel martirio. Andarono alla morte cantando. 151 Clarettiani furono uccisi in cinque gruppi nei giorni 2, 12, 13, 15, 18 del mese di agosto. Sono stati beatificati da Papa Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1992.